Questa è la motivazione addotta da Vanity Fair nella scelta di questa pellicola, Dallas Buyers Club, per l'assegnazione dell'ambito premio al regista Jean- Marc Vallée.
Sarà passata qualche ora dall'aver visto in replica il film in concorso al Festival Internazionale del Film di Roma, che per quanto si possa credere lontano dalla realtà di oggi, (è ambientato nel Texas del 1985), è brutalmente e potentemente attuale.
Ron, elettricista e cowboy dalla vita sregolata, scopre di essere sieropositivo, ma non accetta la sentenza di morte assicurata.
La sua battaglia, la sua estenuante ricerca di una cura, lo porteranno in Messico, dove è possibile curarsi con terapie alternative, e dove sconfiggerà la sua omofobia.
Perchè ad aiutarlo nella creazione e nella gestione di una società per la cura dei tanti malati di AIDS che in quegli anni aumentavano a dismisura negli USA, ci sarà Rayon, un transessuale anche lui affetto dalla stessa malattia.
Non sto qui a dirvi altro, e benchè meno a raccontarvi il finale.
Ma sappiate che è una storia vera.
E che è stato giusto portare a conoscenza il mondo, tramite questo film, dell'esistenza di persone che nell'aiutare se stessi, hanno finito per imbracciare un fucile in una guerra, a difesa dei più deboli e bisognosi.
Ci ho lasciato il cuore.
E penso lo farete anche voi.
Love
CM
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