Come non può non piacerci un film con Ralph Fiennes che interpreta Monsieur Gustave H, eccentrico concierge specializzato in rapporti con vecchie signore ottantenni, in quel di un grande albergo anni '20, nella fantastica repubblica di Zubrowka...?!
E, per inciso, la Zubrowka è la marca di una vodka polacca.
Ma questa è anche la storia del giovane lobby boy Zero Mustafa, interpretato dall'attore americano di origini guatemalteche, Tony Revolori.
Monsieur Gustave ha l'abitudine di portarsi a letto tutte le ospiti dell’albergo, a patto che queste abbiano alcune caratteristiche: devono essere bionde, ricche e anziane. Molto anziane.
Gli eventi scatenanti le mille peripezie dei due, sono la misteriosa morte di una di queste (Tilda Swinton) e il capolavoro – Ragazzo con mela – lasciato in eredità proprio al concierge, scatenando l’ira dei figli della vecchia amante.
Centralissimo è ovviamente il rapporto che si instaura tra Monsieur Gustave e Zero, che erediterà proprio il Grand Budapest Hotel, punto iniziale di tutta la storia diretta magistralmente da Wes Andreson, che ha adottato per la sceneggiatura, il sistema della scatole cinesi.
Scatola n.1: la lettrice del romanzo, tutta vestita di rosa, che si reca, libro in mano, al monumento eretto in onore dello scrittore del suo romanzo(tributo infatti allo scrittore Stefan Zweig);
Scatola n.2: lo scrittore stesso, anziano, che ci racconta quanto detto sopra: anche a lui vengono raccontate le storie che poi scriverà;
Scatola n. 3: il giovane scrittore (Jude Law) che, affetto da solitudine come fosse una malattia alla quale non ci si può sottrarre, diviene avventore del Grand Budapest Hotel. Non più splendido come un tempo, ma in piena decadenza, è tra le mura di questo che egli incontrerà l'anziano Zero Moustafa (nell'occasione interpretato da F. Murray Abraham), il proprietario dell’albergo, ex garzoncello dello stesso e «l’uomo più solo del mondo», che gli racconterà la sua, incredibile, storia.
Scatola n.4: la storia vera e propria, ovvero le mirabolanti avventure di Monsieur Gustave H. e dello stesso Zero.

Alcune scene sono decisamente memorabili (il club delle chiavi incrociate,ovvero la loggia massonica dei concierge), e le inquadrature sono di una tale bellezza da rompere la quarta parete e scaraventarti fuori dalla finzione cinematografica esclamando “No beh ma che meraviglia”.
Nel cast inoltre anche Bill Murray, Owen Wilson, Adrien Brody e Saoirse Ronan.
Cosa voleva dirci Wes Anderson con questo film?
Che forse tutto si mescola nella vita, che ogni storia
è connessa a tutte le altre, e che non esiste un confine tra il mondo che costruiamo con nostri colori e quello in cui esistiamo veramente, che magari è solo bianco, o solo rosa, o solo giallo.
Andate, andate, ANDATE!!!
Love
CM
Nessun commento:
Posta un commento